Feb 242011
 

TROPPO RUMORE, di giorno e di notte. E tutto proveniente dagli impianti che hanno sede nella zona industriale del Casone di Scarlino. Tanto che un gruppo di cittadini si è rivolto al nuovo Comitato «Lavoro ambiente e salute» per chiedere alle autorità di intervenire. Così gli ambientalisti hanno scritto al sindaco del Comune di Scarlino, al primo cittadino di Follonica (visto che il Casone confina proprio con la città del Golfo) e alla direzione del dipartimento provinciale Arpat, rivolgendo precise richieste agli enti e ai tecnici. «Uno degli obiettivi principali della nostra associazione — premette Antonio Pavani, presidente del comitato Lavoro ambiente e salute — è quello di rendere migliore possibile la qualità della vita dei nostri concittadini, anche fungendo da tramite fra la popolazione e la nostra amministrazione comunale. E così facciamo. Nelle ultime settimane, infatti, siamo stati sollecitati da alcuni nostri associati, soprattutto quelli residenti nella fascia rurale a ridosso del Puntone di Scarlino e quelli che abitano nel territorio di Follonica, in zona Cassarello, a causa di una fonte rumorosa di notevole intensità proveniente, anche se a momenti alterni, dalla zona industriale del Casone». I cittadini che si sono rivolti all’associazione ambientalista hanno descritto così la «fonte» del rumore che ha procurato loro così tanto fastidio: «Il livello sonoro, del tutto anomalo rispetto a situazioni di normalità — precisa ancora Pavani — pare vicino per intensità a quello emesso dall’impianto di Scarlino Energia nei mesi passati e rilevato, dai tecnici dell’Arpat, fuori dai parametri consentiti». Impianto che comunque, dopo gli adeguamenti strutturali, dovrebbe aver risolto il problema e eliminato il disagio. In ogni caso, gli ambientalisti si rivolgono alle autorità per cercare di far luce sulla vicenda: «Chiediamo al sindaco di Scarlino di farsi carico del problema, in modo da far intervenire l’Arpat per un nuovo sopralluogo e per tutte le rilevazioni del caso. Sarebbe inoltre interessante sapere — conclude Antonio Pavani — se esiste un sistema di rilevazione in continuo dell’inquinamento acustico, nella zona industriale del Casone, oppure se i rilievi vengono compiuti solo in seguito a sollecitazioni esterne».

Fonte: La Nazione del 23/02/2011