Feb 252012
 

Il 20 febbraio il presidente Marras e l’assessore all’ambiente Siveri intervengono sul comunicato stampa della Associazione pubblicato, sul Tirreno e sul Corriere di Maremma, rispettivamente il 19 ed il 15 febbraio.

Ancora una volta, di fronte ad accuse ben precise e circostanziate, si risponde in maniera del tutto incongruente e peggio, cercando di insinuare dubbi che, sotto l’aspetto della ragione e per obiettività, non trovano nessuna giustificazione. Ancora una volta dobbiamo dedurre che tutto ciò si faccia con l’intento di confondere le idee alla gente sviando dalla sostanza delle cose. Ben lontana è da noi l’idea di una Associazione che si ponga in contrapposizione con altri movimenti di cittadini che lavorano per la stessa causa o che hanno comunque, come loro missione, l’attenzione per l’ambiente e il benessere dei cittadini. Quindi non abbia timore la Provincia, non ci sono guerre fratricide e non abbiamo sete di protagonismo. Ben volentieri faremmo a meno anche delle “polemiche preventive” se qualcuno non ci desse più che motivo per farle.

Invitiamo i nostri associati, qualora non avessero avuto modo di farlo, di leggere sul nostro sito la delibera della Provincia, il nostro comunicato stampa, la risposta di Marras e Siveri, e trarne le dovute conclusioni.

Feb 252012
 

«La polemica dell’associazione “Lavoro, ambiente e salute” – spiegano il presidente Marras e l’assessore all’ambiente Siveri – non ha motivo di esistere. La delibera che l’associazione richiama, infatti, prevede che dell’Osservatorio ambientale faccia parte a tutti gli effetti un tecnico indicato dall’associazionismo in rappresentanza dei cittadini. Non esiste alcun ostruzionismo da parte della Provincia, che ha pensato all’Osservatorio proprio come strumento di partecipazione e di verifica dei dati, prevedendo la possibilità di indicare anche un libero professionista di fiducia che avesse competenze nel settore. Non vorremmo che questa polemica “preventiva” avesse altri obiettivi, tipo quello di spingere l’Amministrazione a scegliere un’associazione piuttosto che un’altra. Cosa che non ci compete: ci limiteremo a recepire l’indicazione del tecnico individuato da coloro che a vario titolo ritengono di rappresentare interessi collettivi. Infine, un’ulteriore precisazione. L’Osservatorioambientale non è un luogo di compensazione di decisioni politico amministrative che spettano ad altre istanze istituzionali, ma costituisce una sede di controllo e verifica tecnica dei risultati dei monitoraggi ambientali».

Fonte: Il Tirreno del 20/02/2012

Feb 252012
 

L’associazione Lavoro, Ambiente e salute si rivolge a Marras: Un tecnico che ci rappresenti dovrebbe affiancare quelli delle istituzioni
di Alfredo Faetti

SCARLINO Era stato promesso un posto anche per un rappresentante dei cittadini, quando il tavolo per l’agenzia di monitoraggio sull’area del Casone si sarebbe creata. Ma alla fine non se ne è fatto di nulla. È la denuncia dell’associazione Lavoro, Ambiente e Salute, che raggruppa iscritti di Follonica e Scarlino, che ha letto con stupore quanto contenuto nella delibera del 20 dicembre, quando è stato appunto istituito l’osservatorio ambientale, ergo l’agenzia di monitoraggio. Soprattutto perché già l’aprile scorso aveva chiesto di potervi prendere parte, come organo a rappresentanza dei cittadini. E pensare che tutto era nato con «dichiarazioni d’intenti in linea con le aspettative dei cittadini e condivisione di approccio al problema», si legge nella nota, per poi passare «subito dopo alla concretizzazione di comportamenti che tradiscono in pieno i presupposti». Infatti, spiega l’associazione, «nella delibera ci si richiama a convenzioni, decreti legislativi e leggi regionali che invitano ad aprire i percorsi decisionali, in materia di scelte ambientali, alla partecipazione effettiva dei cittadini, singoli o associati». In questo senso nel documento si sottolinea l’obbligo delle amministrazioni a «tener conto nelle decisioni dei pareri espressi» e si spiega come «l’operato della pubblica amministrazione debba essere improntato ai principi della precauzione e della azione preventiva». Insomma, «che va alimentata la creazione di opportunità di partecipazione di cittadini singoli e associati a che questi possano partecipare effettivamente al processo decisionale». Per di più, nella delibera, c’è il riferimento concreto a «rendere pubblici i dati tecnico/scientifici riguardanti gli impianti industriali promuovendo la loro comprensione al fine di monitorare e prevenire l’impatto sull’ambiente e sulla salute». Poi però il documento del 20 dicembre, in cui si decide «che l’osservatorio sarà composto dal presidente della Provincia e dai sindaci dei Comuni di volta in volta interessati» e che il comitato tecnico sarà così formato: «fino a 4 tecnici nominati dalla Provincia, un tecnico dall’ Asl, uno dall’Arpat e uno da ciascun Comune interessato». E i cittadini? «volatilizzati» dicono dall’associazione, che poi si rivolgono direttamente al presidente Leonardo Marras: «qualora giudichi che forse è il caso di far partecipare un tecnico in rappresentanza di tutti i cittadini interessati, potrà richiedere, bontà sua, che si affianchi agli altri cinque od otto tecnici di nomina istituzionale». Insomma, in netta minoranza. Per questo l’associazione boccia questo osservatorio. «Anzi, vorremmo fare un invito al presidente e a tutti coloro che hanno contribuito a far nascere questo nulla affinché venga rifatta una nuova delibera che annulli questa, per la semplice considerazione che quanto partorito altro non è che l’assemblaggio di competenze che già esistono ed operano, se pure staccate da quella tanto decantata partecipazione del cittadino, sugli stessi temi che dovrebbe affrontare in concreto l’osservatorio. Forse così almeno risparmieremo delle risorse e, cosa che non guasta di questi tempi, qualche soldo, quello si dei cittadini».

Fonte: Il Tirreno del 19/02/2012

Feb 162012
 

SCARLINO “Come promesso dai nostri attuali amministratori, fin dai tempi della campagna elettorale, e come richiesto da alcune associazioni di cittadini, finalmente, il 20 dicembre scorso, è stata deliberata dal Consiglio provinciale l’istituzione di un “Osservatorio ambientale” già chiamato ‘Agenzia di monitoraggio’” ad annunciarlo è l’Associazione Lavoro Ambiente e Salute che raggruppa cittadini di Scarlino e Follonica  appartenenti a tutti gli schieramenti politici. “Quello che diremo pertanto – spiegano – è rivolto non tanto ad un partito o coalizione, bensì a come certi amministratori, che se pure devono decidere, lo fanno rifiutandosi, nei fatti, di dialogare con i cittadini benché, ipocritamente, dichiarino l’esatto opposto. Vogliamo ricordare l’operato della Provincia quando, in una scelta ampiamente condivisa da tutti, affidò a Rabitti la valutazione dei presupposti e della correttezza delle procedure, utilizzate per l’avvio della combustione dei rifiuti nell’inceneritore di Scarlino Energia. Al termine dello studio vennero ignorate le conclusioni di Rabitti, perché evidentemente contrastavano con scelte ormai decise, e fu affidato un secondo incarico ad un altro tecnico. Le conclusioni di quest’ultimo furono poi accettate “senza nei fatti effettuare una analisi critica e di confronto” come stigmatizzato nelle ben note sentenze del Tar prima e del Consiglio di Stato poi”. “Il tema dell’osservatorio – prosegue l’Associazione Lavoro Ambiente e Salute – questa volta è diverso,ma il modo di procedere sempre lo stesso: dichiarazioni d’intenti in linea con le aspettative dei cittadini, condivisione di approccio al problema e subito dopo la concretizzazione di comportamenti che tradiscono in pieno i presupposti: nella delibera per l’Osservatorio ci si richiama espressamente a convenzioni (Aarhus), a decreti legislativi e a leggi regionali che invitano ad aprire i percorsi decisionali, in materia di scelte ambientali, alla partecipazione effettiva dei cittadini, singoli o associati. Si dice dell’obbligo, che le istituzioni hanno, di tener conto nelle decisioni dei pareri espressi. In buona sostanza che va alimentata la creazione di opportunità di partecipazione di cittadini singoli e associati a che questi possano partecipare effettivamente al processo decisionale. Poi nella stessa delibera, in concreto, ci si propone di: rendere pubblici i dati tecnico/scientifici riguardanti gli impianti industriali promuovendo la loro comprensione al fine di monitorare e prevenire l’impatto sull’ambiente e sulla salute; osservare che la gestione degli impianti venga fatta nel rispetto della legge e si decide questa struttura: che l’osservatorio sarà composto dal presidente della provincia e dai sindaci dei comuni di volta in volta interessati; che verrà formato un comitato tecnico formato: fino a 4 tecnici nominati dalla provincia, un tecnico dalla Asl, uno dall’Arpat, uno da ciascun comune interessato”. “E i cittadini? – chiedono dall’Associazione – Come per incanto si sono volatilizzati. Ma no, e qui è la sorpresa! Qualora il presidente della provincia o il suo delegato giudichi (lui) che forse è il caso di far partecipare un tecnico in  rappresentanza di tutti i cittadini interessati, potrà richiedere, bontà sua, che si affianchi agli altri 5-8 tecnici di nomina istituzionale. Naturalmente l’osservatorio si riunisce non quando i cittadini, così pienamente coinvolti, ne ravvisassero la necessità, ma quando il Presidente o l’Assessore delegato lo decidono. Se così stanno le cose, a meno che qualcuno ci dica che non abbiamo capito niente, non ci rimane che dire no grazie”.

Fonte: Corriere di Maremma del 15/02/2012

Feb 142012
 

Come promesso dai nostri attuali amministratori, fin dai tempi della campagna elettorale, e come richiesto da alcune associazioni di cittadini, finalmente, il 20 dicembre scorso, è stata deliberata dal Consiglio provinciale l’istituzione di un “Osservatorio ambientale”  già  chiamato “Agenzia di monitoraggio”.

Affinché le osservazioni che seguono non siano fraintese, ricordiamo che l’Associazione raggruppa cittadini di Scarlino e Follonica appartenenti a tutti gli schieramenti politici.

Quello che diremo pertanto è rivolto non tanto ad un partito o coalizione, bensì a come certi amministratori, che se pure devono decidere, lo fanno rifiutandosi, nei fatti, di dialogare con i cittadini benché, ipocritamente, dichiarino l’esatto opposto.

Vogliamo ricordare l’operato della Provincia quando, in una scelta ampiamente condivisa da tutti, affidò al dr Rabitti la valutazione dei presupposti e della correttezza delle procedure, utilizzate per l’avvio della combustione dei rifiuti nell’inceneritore di Scarlino Energia.

Al termine dello studio vennero ignorate le conclusioni del dr Rabitti, tecnico di autorevolezza indiscussa nel settore ambientale, perché evidentemente contrastavano con scelte ormai decise, e fu affidato un secondo incarico ad un altro tecnico. Le conclusioni di quest’ultimo furono poi accettate “senza nei fatti effettuare una analisi critica e di confronto” come stigmatizzato nelle ben note sentenze del TAR prima e del Consiglio di Stato poi.

Il tema dell’osservatorio questa volta è diverso, ma il modo di procedere sempre lo stesso: dichiarazioni d’intenti in linea con le aspettative dei cittadini, condivisione di approccio al problema e subito dopo la concretizzazione di comportamenti che tradiscono in pieno i presupposti:

  • nella delibera per l’Osservatorio ci si richiama espressamente a convenzioni (Aarhus),  a decreti legislativi (152/2006) e a leggi regionali (25/1998) che invitano ad aprire i percorsi decisionali, in materia di scelte ambientali, alla partecipazione effettiva dei cittadini, singoli o associati. Si dice  dell’obbligo, che le istituzioni hanno, di tener conto nelle decisioni dei pareri espressi.  Si dice  che l’operato della pubblica amministrazione deve  essere improntato ai principi della precauzione e della azione preventiva. In buona sostanza che va alimentata la creazione di opportunità di partecipazione di cittadini singoli e associati a che questi possano partecipare effettivamente al processo decisionale

poi  nella stessa delibera, in concreto,  ci si propone in sintesi di:

  1. rendere pubblici i dati tecnico/scientifici riguardanti gli impianti industriali promuovendo la loro comprensione al fine di monitorare e prevenire l’impatto sull’ambiente e sulla salute
  2. osservare che la gestione degli impianti venga fatta nel rispetto della legge e si decide questa struttura:
  • che l’osservatorio sarà composto dal presidente della provincia e dai sindaci dei comuni di volta in volta interessati
  • che verrà formato un comitato tecnico formato: fino a 4 tecnici nominati dalla provincia, un tecnico dalla ASL, uno dall’ARPAT, uno da ciascun comune interessato.

Un bel team, non c’è che dire.

E  i cittadini? Come per incanto si sono volatilizzati.

Ma no, e qui è la sorpresa! Qualora il presidente della provincia o il suo delegato giudichi (lui) che forse è il caso di far partecipare un tecnico in rappresentanza di tutti i cittadini interessati, potrà richiedere, bontà sua, che si affianchi agli altri 5-8 tecnici di nomina istituzionale. Naturalmente l’osservatorio si riunisce non quando i cittadini, così pienamente coinvolti, ne ravvisassero la necessità, ma quando il Presidente o l’Assessore delegato lo decidono.

Se così stanno le cose, a meno che qualcuno ci dica, a proposito dell’aiuto alla comprensione di cui si parla al punto 1), che non abbiamo capito niente, non ci rimane che dire

no grazie.

Anzi vorremmo fare un invito al Presidente e a tutti coloro che hanno contribuito a far nascere questo nulla: che venga rifatta una nuova delibera che annulli questa di cui stiamo parlando per la semplice considerazione che quanto partorito altro non è che l’assemblaggio di competenze che già esistono ed operano, se pure staccate da quella tanto decantata partecipazione del cittadino, sugli stessi temi che dovrebbe affrontare in concreto l’Osservatorio. Forse così almeno risparmieremo delle risorse e, cosa che non guasta di questi tempi, qualche soldo, quello sì dei cittadini.