Feb 252012
 

L’associazione Lavoro, Ambiente e salute si rivolge a Marras: Un tecnico che ci rappresenti dovrebbe affiancare quelli delle istituzioni
di Alfredo Faetti

SCARLINO Era stato promesso un posto anche per un rappresentante dei cittadini, quando il tavolo per l’agenzia di monitoraggio sull’area del Casone si sarebbe creata. Ma alla fine non se ne è fatto di nulla. È la denuncia dell’associazione Lavoro, Ambiente e Salute, che raggruppa iscritti di Follonica e Scarlino, che ha letto con stupore quanto contenuto nella delibera del 20 dicembre, quando è stato appunto istituito l’osservatorio ambientale, ergo l’agenzia di monitoraggio. Soprattutto perché già l’aprile scorso aveva chiesto di potervi prendere parte, come organo a rappresentanza dei cittadini. E pensare che tutto era nato con «dichiarazioni d’intenti in linea con le aspettative dei cittadini e condivisione di approccio al problema», si legge nella nota, per poi passare «subito dopo alla concretizzazione di comportamenti che tradiscono in pieno i presupposti». Infatti, spiega l’associazione, «nella delibera ci si richiama a convenzioni, decreti legislativi e leggi regionali che invitano ad aprire i percorsi decisionali, in materia di scelte ambientali, alla partecipazione effettiva dei cittadini, singoli o associati». In questo senso nel documento si sottolinea l’obbligo delle amministrazioni a «tener conto nelle decisioni dei pareri espressi» e si spiega come «l’operato della pubblica amministrazione debba essere improntato ai principi della precauzione e della azione preventiva». Insomma, «che va alimentata la creazione di opportunità di partecipazione di cittadini singoli e associati a che questi possano partecipare effettivamente al processo decisionale». Per di più, nella delibera, c’è il riferimento concreto a «rendere pubblici i dati tecnico/scientifici riguardanti gli impianti industriali promuovendo la loro comprensione al fine di monitorare e prevenire l’impatto sull’ambiente e sulla salute». Poi però il documento del 20 dicembre, in cui si decide «che l’osservatorio sarà composto dal presidente della Provincia e dai sindaci dei Comuni di volta in volta interessati» e che il comitato tecnico sarà così formato: «fino a 4 tecnici nominati dalla Provincia, un tecnico dall’ Asl, uno dall’Arpat e uno da ciascun Comune interessato». E i cittadini? «volatilizzati» dicono dall’associazione, che poi si rivolgono direttamente al presidente Leonardo Marras: «qualora giudichi che forse è il caso di far partecipare un tecnico in rappresentanza di tutti i cittadini interessati, potrà richiedere, bontà sua, che si affianchi agli altri cinque od otto tecnici di nomina istituzionale». Insomma, in netta minoranza. Per questo l’associazione boccia questo osservatorio. «Anzi, vorremmo fare un invito al presidente e a tutti coloro che hanno contribuito a far nascere questo nulla affinché venga rifatta una nuova delibera che annulli questa, per la semplice considerazione che quanto partorito altro non è che l’assemblaggio di competenze che già esistono ed operano, se pure staccate da quella tanto decantata partecipazione del cittadino, sugli stessi temi che dovrebbe affrontare in concreto l’osservatorio. Forse così almeno risparmieremo delle risorse e, cosa che non guasta di questi tempi, qualche soldo, quello si dei cittadini».

Fonte: Il Tirreno del 19/02/2012