Nov 142014
 

Nell’ultimo mese sono apparsi sulla stampa diversi articoli a nome di Rifondazione Comunista e del Movimento 5 stelle nei quali si  chiede che venga attivato, anche per il nostro comprensorio, il Registro Tumori.

È per noi confortante sapere che forze politiche diverse  si muovono condividendo le richieste della Associazione e del Comitato scriventi e ci auguriamo che il loro interessamento a sostegno delle nostre battaglie  continui anche in futuro.

Questo si aggiunge al sostegno che  abbiamo sempre avuto da molte altre associazioni, anche espressione del mondo economico, presenti sul territorio, come testimonia la lettera, indirizzata alle istituzioni, sottoscritta  l’11 febbraio 2013 (allegato per conoscenza del redattore)

Il Registro Tumori non è che uno dei mezzi  per monitorare lo stato di salute della popolazione, particolarmente utile per capire la storia delle connessioni  esistenti,  in un certa area ed in un determinato arco temporale, fra questa, l’ambiente e lo  stile di vita. Da più di due anni, in particolare l’associazione “Lavoro , Ambiente e Salute” ha intrapreso una serie di iniziative sulla nostra ASL e con ISPO (Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica della Regione Toscana) che hanno recentemente portato a positiva conclusione l’iter per l’attivazione del Registro dei Tumori che adesso possiamo considerare operativo.

Infatti la nostra ASL ha già inviato i primi dati ad ISPO. Adesso è necessario seguire con assiduità il procedere dell’indagine, ed in questo l’aiuto e l’interessamento delle forze politiche, ci auguriamo tutte, non può che giovare.

Ma non basta. Se consideriamo che un tumore può impiegare anche anni a svilupparsi partendo dalle cause che l’hanno generato, Il Registro Tumori, pur indispensabile, offre essenzialmente una fotografia del passato, che potrebbe essere anche uguale, ma non necessariamente, a quella del presente.

Altre ulteriori indagini sono quindi necessarie per tenere sotto controllo le connessioni fra danni ambientali  e stato di salute della popolazione. Per questo motivo, oltre alla attivazione del Registro, abbiamo chiesto alla ASL di Grosseto  di  controllare la filiera alimentare locale per rilevare tempestivamente,  in che percentuale le diossine e le sostanze diossina simili presenti  sul territorio siano entrate nella catena alimentare.  Per questo motivo per il 2014, all’interno dei controlli disposti  annualmente dalla Regione,  è stato effettuato  da parte della ASL,  un extra-piano  mirato sul territorio di Follonica e Scarlino. I risultati delle analisi, già disponibili, verranno pubblicati con una nota esplicativa nella prossima News mensile della Associazione Lavoro Ambiente e Salute.

Riteniamo necessario specificare che il Registro Tumori e l’extra-piano di controllo sono solo due tessere di un puzzle molto complesso che cerca di ricostruire l’effettivo  stato di salute della popolazione e che da sole non danno né il quadro completo né, tantomeno, certezze definitive in merito.  Per questo la Associazione  ed il comitato scriventi , richiederanno anche nel 2015 ulteriori indagini, pensando ad altri inquinanti notoriamente presenti  nella piana in quantità estremamente preoccupanti, arsenico in primis.

Ci auguriamo che in questo le forze politiche locali siano unite e particolarmente attive e ci siano di supporto nell’impegno da anni profuso , per la tutela del territorio e della salute dei cittadini .

Antonio Pavani per l’Associazione “ Lavoro, Ambiente e Salute”

Mario Monciatti per il “Comitato per il No all’inceneritore di Scarlino”

Set 042014
 

Scarlino 04 settembre 2014

Ancora una volta, nel giro di pochi giorni,  il lavoro svolto con puntigliosa e documentata accuratezza dal Forum ambientalista di Grosseto ci porta a conoscenza di fatti che riguardano la gestione dei processi industriali che si svolgono sul nostro territorio.  Quanto emerge, qualora non trovasse da parte degli organi tecnici competenti una più che valida giustificazione,  sia sul piano legislativo che scientifico, sarebbe di una gravità che sgomenta.

Sarebbe gravissimo perché non si capirebbe come l’aver inviato migliaia di tonnellate di ceneri di pirite cariche di arsenico per l’Italia, pare al di fuori di tutte le regole, sia emerso solo due mesi fa con la denuncia alla Procura della Repubblica da parte dell’organo tecnico del ministero.

Cosa devono fare le  associazioni ambientaliste e i comitati locali, spesso tacciati d’essere affetti dalla “patologia Nimby” ossia “ovunque ma non nel mio cortile”? Dovranno  ringraziare la Nuova Solmine per aver effettuato un’opera di “pulizia”  e “bonifica” del territorio scaricando rifiuti tossici sulle spalle di tanti altri italiani, inconsapevoli di tutto,  fuori di qui?

Non fa parte della nostra filosofia. Prescindendo dagli sviluppi del caso Nuova Solmine, dopo i rilievi fatti da ARPAT/ISPRA, le nostre preoccupazioni, che qualcuno dovrà fugare se gli sarà possibile, riguardano il livello di cultura ambientale, senso civico e di rispetto delle regole e della salute delle persone  da parte di una certa classe imprenditoriale che tutto sembra meno che essere illuminata, affidabile e responsabile.

Ci aspettiamo risposte dalle parti coinvolte : che ci spieghino le motivazioni per le quali vengono concesse continue deroghe alle leggi esistenti, che ci dicano se la movimentazione di quantitativi  enormi di ceneri di pirite è stata in qualche modo concessa, ed in tal caso perché e con quali garanzie per la salute e l’ambiente,  o se è stata un abuso.  Che ci dicano, inoltre, se l’utilizzo di queste ceneri all’arsenico è ammissibile nell’industria del cemento senza che questo comporti danni all’ambiente e a chi in quei cementifici lavora.

Aspettiamo risposte, possibilmente attendibili e non arroganti, perché chiederle ed ottenerle crediamo sia  un diritto di ogni cittadino. Aspettiamo che le istituzioni ci dicano se sono stati commessi atti illeciti e, in questo caso, ci aspettiamo sanzioni esemplari per chi ha sbagliato o non ha fatto ciò che doveva . Ci aspettiamo , inoltre ed in misura principale, che quanto di cui oggi possiamo purtroppo solo prendere atto, serva di monito e non si ripeta più .

L’associazione
“Lavoro Ambiente e Salute”

Ago 282014
 

Scarlino 28 agosto 2014

L’associazione “Lavoro Ambiente e Salute” (LAS) di Scarlino è fortemente preoccupata sulle ultime notizie apprese relative alla Nuova Solmine.

Il Ministero dell’Ambiente, tramite l’ISPRA e l’ARPA Toscana, ha certificato che la Nuova Solmine è inadempiente rispetto alle prescrizioni ricevute per il rilascio dell’AIA, notificando le violazioni di legge anche alla Procura della Repubblica.

La nostra Associazione, fin dalla sua istituzione, ha insistito su controlli e monitoraggi continui, ad ogni livello, da parte delle singole industrie che operano nel nostro territorio. E, purtroppo, le nostre preoccupazioni, da sempre denunciate, sono divenute realtà. Il nostro scopo sociale è sempre stato diretto  alla salvaguardia della salute dei cittadini contemperando però anche l’ambiente e l’occupazione. Ed è per questo che auspichiamo che prima che si arrivi ad un intervento della magistratura, che potrebbe avere conseguenze gravi in termini di occupazione, vengano attuate da parte dell’azienda azioni virtuose per innovare e mettere in regola e sicurezza l’attività.

Inoltre chiediamo alle amministrazioni comunali interessate (Scarlino e Follonica) e alle associazioni sindacali una chiara presa di posizione su questi fatti e un incontro pubblico, assieme alle altre associazioni nel territorio, per discutere del problema e capire quale strategia le amministrazioni intendano perseguire.

Non è più tempo di silenzi, ma di azioni concrete che vadano verso il rispetto della legalità e verso investimenti industriali adeguati.

L’associazione
“Lavoro Ambiente e Salute”

Mag 232014
 

Riteniamo importante e corretto sia verso gli associati che la cittadinanza riferire sull’esito degli incontri che la nostra associazione ha avuto con i candidati a Sindaco del comune di Scarlino.

Il confronto,  in merito a  precise richieste scritte (vedi comunicato stampa del 7 maggio scorso) che avevamo sottoposto ai tre candidati,  è stato sempre aperto e ben circostanziato.

L’analisi dei sei punti fondamentali,  sui temi del lavoro, dell’ambiente e della salute, che avevamo posto come base di discussione, ha portato ad una sostanziale condivisione delle nostre richieste.

Abbiamo avuto, dai tre candidati, ampie assicurazioni di un loro impegno per supportare le richieste della associazione nell’area tematica della salute.  Per quanto concerne le richieste in tema ambientale c’è stata da parte dei tre candidati una dichiarata volontà e consapevolezza che scelte e strategie per interventi che condizioneranno il futuro del territorio, come la bonifica della falda acquifera, debbano essere prese con il coinvolgimento della popolazione e delle associazioni per mezzo di riunioni consultive appositamente convocate.  Sul fronte del lavoro, ed in particolare sul possibile impatto che in termini occupazionali potrebbe creare la gestione dei gessi Tioxide, la modalità di approccio per i tre candidati è stata abbastanza diversa. D’altra parte, vista la complessità della materia, è stato importante per l’ associazione mettere in evidenza i rischi ambientali e le problematiche occupazionali connesse alla gestione dei gessi e prendere atto della dichiarata disponibilità dei tre candidati a tenere ben presente e gestire per tempo, nelle sedi opportune, questo problema.

Possiamo concludere che da parte dei tre candidati si è preso atto che per quanto concerne le modalità del coinvolgimento della popolazione e delle associazioni che si interessano di temi fondamentali, quali quelli sopra esposti,  una rottura con le modalità di gestione del passato è indispensabile. Naturalmente l’augurio che ci facciamo come associazione, nell’interesse di tutto il comprensorio,  è quello di non essere smentiti da comportamenti futuri non in linea con le dichiarazioni sottoscritte.  Serietà, correttezza e coerenza è quello che ci aspettiamo dai tre candidati, primo fra tutti  da colui o colei che guiderà il Comune nei prossimi cinque anni.

Feb 182014
 

A seguito della presentazione, presso la sala consiliare del Comune di Scarlino,  del progetto per la bonifiche delle acque di falda nella piana del Casone il 6 febbraio apparve sulla stampa un articolo del prof. Barocci che ha visto poi successive repliche e prese di posizione da parte della Provincia,  dei Comuni di Scarlino e Follonica (che si sono rimproverati comportamenti non corretti nella conduzione dell’iter per la definizione del progetto per le bonifiche) e delle associazioni ambientaliste. A seguito di questo dibattito  si è tenuta una conferenza stampa il 18 febbraio in occasione della quale fu consegnata alla stampa, da parte della nostra Associazione, il seguente

COMUNICATO STAMPA DEL  18 Febbraio 2014

All’interno del programma di bonifica del territorio crediamo che la  bonifica  delle falde sia il passaggio tecnicamente  più difficile, complesso ed oneroso.  Per questo motivo non possiamo che essere favorevoli  al dibattito che si può sviluppare su questo argomento in modo poi da rendere pubblici, assieme ai dati ufficiali anche altri dati e pareri che fossero in dissonanza con questi.  Che ci sia necessità di dibattito  lo dimostrano anche le esternazioni,  che da parte di alcuni politici,  sono apparse sulla stampa questi ultimi giorni in risposta al primo articolo del prof  Barocci. Esternazioni  che ci hanno lasciato a dir poco perplessi, come se la storia passata nulla avesse insegnato su quali danni si possono creare con comportamenti superficiali e irresponsabili.

Per quanto riguarda l’aspetto economico delle bonifiche come Associazione non entriamo  nel merito. Lasciamo questo aspetto, come dibattito e gestione,   alle forze  politiche ed ai cittadini come giudizio.

A noi interessa invece  l’importanza che queste bonifiche  rivestono, se ben fatte,  per l’ambiente e di riflesso sulla salute della popolazione. Questo è per noi un punto fondamentale  ed è un altro motivo per cui siamo presenti a questo incontro.  Dispiace che, non appena avviato, il progetto di bonifica delle falde già veda prese di posizione così rigide da parte di certi amministratori.  Ci riferiamo alla poca disponibilità al dialogo, dimostrata addirittura fra amministrazioni confinanti, prima ancora che fra istituzioni e cittadini, alla scarsa capacità di ascolto e di considerazione  delle voci esterne rispetto  a quelle  dei tecnici incaricati del progetto di bonifica.

Da parte nostra seguiremo con estrema attenzione lo svolgimento di questo progetto registrando e  analizzando ogni osservazione che  venga  prodotta,  per poi riportare il nostro pensiero ai cittadini cercando di coinvolgerli e renderli partecipi intorno a questo importante problema.

Lug 112013
 

Scarlino  08.07. 2013

Alla Stampa
Ai nostri Soci  ed alla Cittadinanza

Come volevasi dimostrare. E ora siamo alle analisi! Compiuto il disastro tutti, a gran voce, a chiedere le analisi. Analisi sulle varie matrici ambientali e sulla catena alimentare, analisi sul latte delle asine delle Bandite, analisi del sangue sui lavoratori.

Le chiedono i sindaci, si chiede che la provincia provveda, le chiede la ASL.

L’associazione “Lavoro, Ambiente e Salute” le sta chiedendo da più di un anno.

E’ bene però che si sappia, in maniera chiara e senza equivoci, che quello che chiediamo noi è qualcosa di serio, strutturato e razionale e non un intervenire sull’onda della emozione del momento; e spieghiamo il perché.

1°)  Importante è sapere che, se non si usano le giuste metodologie, applicate nel contesto di un protocollo organico di studio, le analisi non solo potrebbero non dare risultati clinicamente utili, anzi avrebbero paradossalmente l’effetto deleterio di essere fuorvianti sul reale stato di “salute” sia delle persone che degli animali analizzati, come sul reale stato di inquinamento di tutti gli alimenti, verdure in primis, coltivate nella zona.

2°) già nella precedente indagine effettuata nel 2007 furono trovati elevati e preoccupanti tassi di sostanze tossiche simili alle diossine nel sangue di volontari, cittadini  di Scarlino e Follonica, che si sottoposero alle analisi.
Si disse allora che era necessario ricercare e individuare la fonte e i motivi di questo avvelenamento. Non se ne fece più niente.
Abbiamo chiesto alla ASL di ripetere, a distanza di 6 anni, i dosaggi su quei volontari per verificare la variazione intervenuta nel loro stato di intossicazione. La risposta è stata sconcertante: a causa della legge sulla privacy non è possibile risalire ai volontari del 2007. Così lo studio, proprio perché non inserito in un protocollo organico di lavoro, ha perso gran parte del suo potenziale come indicatore della quantità di sostanze tossiche assunte dall’esterno e di termometro dell’inquinamento ambientale.

3°) ricercare le diossine nel latte di asina fuori da un contesto diagnostico strutturato potrebbe dire ben poco. Potrebbe essere che il latte risulti immune da diossine non tanto perché sul foraggio della zona non ve ne sia, semplicemente perché le asine, stando a quanto ci risulta, vengono alimentate per la maggior parte con foraggi provenienti da fuori zona. Per contro trovare un alto tasso di elementi tossici nel latte con tutta probabilità potrebbe non essere collegabile direttamente all’ultimo episodio di Scarlino Energia, ma a episodi pregressi di questa azienda e non solo.

4°) è abbastanza difficile individuare alti livelli di metalli tossici nel sangue del lavoratore, a meno di un fatto eclatante di intossicazione acuta.  D’altro canto, a causa della sua fugacità nel sangue,  un basso livello od una assenza del metallo, non è necessariamente indice di buona salute:  il danno potrebbe essere comunque grave e già in corso nell’organismo con il metallo tossico ben nascosto nel fegato o nel rene o nelle ossa del  lavoratore stesso.  I metalli tossici vanno cercati in  matrici biologiche più significative.

In particolare, per la loro ricerca,  già il 26 giugno scorso abbiamo fatto presente ai responsabili della ASL  l’opportunità che le analisi venissero fatte da un Dipartimento particolarmente attrezzato e competente dell’Istituto Superiore di Sanità (che abbiamo indicato alla ASL) e non delegato, da parte di Scarlino Energia, ad un qualche altro Istituto con competenze più generiche.

Quindi sì alle analisi e ai controlli, ma che siano  eseguiti da Istituti con adeguata esperienza, che siano parti terze rispetto alle aziende, e sopratutto contemplate in un progetto organico e di lungo termine. Ovviamente il progetto, nell’ambito della più completa trasparenza, dovrà essere spiegato alla popolazione.

l’Associazione
“Lavoro, Ambiente e Salute”

Feb 122013
 

Scarlino 12.02. 2013

A: Corriere di Maremma – Il Tirreno – Il Giunco.Net – La Nazione – Maremma News

Nella pratica per il rilascio delle ultime autorizzazioni per l’inceneritore di Scarlino Energia, la Provincia si è avvalsa anche di una relazione, elaborata dalla Unità funzionale di Igiene delle Colline Metallifere, nella quale si valutano i risultati emersi dall’ultimo studio epidemiologico effettuato sulla popolazione di Scarlino e Follonica. I risultati di questo studio vengono considerati sufficientemente esaustivi e, in via cautelativa o di prevenzione, viene proposto “ … all’autorità competente di prescrivere al proponente la ripetizione con cadenza quinquennale dello stesso studio epidemiologico”.

Questo modo spot di procedere, per valutare nel tempo i rischi per la salute, è per noi assolutamente inadeguato.

Ancora una volta si lascia la porta aperta all’inquinamento andando sempre a posteriori a vedere poi se è successo qualcosa.

Troppe volte, in questi ultimi anni, l’intervento della magistratura,su queste problematiche, ha dimostrato che troppo spesso si arriva quando ormai il danno è fatto e magari è irreparabile.

È ora che si capisca una buona volta che:

1°) non si può abusare illimitatamente di un territorio, caricandolo di inquinanti

2°) in caso di rischio di compromissione della salute umana, per cause di inquinamento ambientale, non ci si può limitare ad andare a vedere ogni tanto se è successo qualcosa.

Occorre invece monitorare in continuo, ai fini di una efficace prevenzione, sia il livello di sostanze tossiche o potenzialmente dannose presenti a livello ematico nella popolazione a rischio che la valutazione dell’insorgenza di patologie correlabili ai tipi di inquinanti presenti.

Per questi motivi abbiamo in questi giorni fatto una richiesta ai nostri amministratori affinché si attivino presso gli organi competenti per risolvere questo problema e nei prossimi giorni diffonderemo una “Lettera aperta alla cittadinanza”.

Per l’associazione

Lavoro, Ambiente e Salute”

Antonio Pavani

In allegato trovate:

  1. copia lettera agli amministratori

  2. lettera aperta alla cittadinanza

Feb 252012
 

Il 20 febbraio il presidente Marras e l’assessore all’ambiente Siveri intervengono sul comunicato stampa della Associazione pubblicato, sul Tirreno e sul Corriere di Maremma, rispettivamente il 19 ed il 15 febbraio.

Ancora una volta, di fronte ad accuse ben precise e circostanziate, si risponde in maniera del tutto incongruente e peggio, cercando di insinuare dubbi che, sotto l’aspetto della ragione e per obiettività, non trovano nessuna giustificazione. Ancora una volta dobbiamo dedurre che tutto ciò si faccia con l’intento di confondere le idee alla gente sviando dalla sostanza delle cose. Ben lontana è da noi l’idea di una Associazione che si ponga in contrapposizione con altri movimenti di cittadini che lavorano per la stessa causa o che hanno comunque, come loro missione, l’attenzione per l’ambiente e il benessere dei cittadini. Quindi non abbia timore la Provincia, non ci sono guerre fratricide e non abbiamo sete di protagonismo. Ben volentieri faremmo a meno anche delle “polemiche preventive” se qualcuno non ci desse più che motivo per farle.

Invitiamo i nostri associati, qualora non avessero avuto modo di farlo, di leggere sul nostro sito la delibera della Provincia, il nostro comunicato stampa, la risposta di Marras e Siveri, e trarne le dovute conclusioni.

Feb 142012
 

Come promesso dai nostri attuali amministratori, fin dai tempi della campagna elettorale, e come richiesto da alcune associazioni di cittadini, finalmente, il 20 dicembre scorso, è stata deliberata dal Consiglio provinciale l’istituzione di un “Osservatorio ambientale”  già  chiamato “Agenzia di monitoraggio”.

Affinché le osservazioni che seguono non siano fraintese, ricordiamo che l’Associazione raggruppa cittadini di Scarlino e Follonica appartenenti a tutti gli schieramenti politici.

Quello che diremo pertanto è rivolto non tanto ad un partito o coalizione, bensì a come certi amministratori, che se pure devono decidere, lo fanno rifiutandosi, nei fatti, di dialogare con i cittadini benché, ipocritamente, dichiarino l’esatto opposto.

Vogliamo ricordare l’operato della Provincia quando, in una scelta ampiamente condivisa da tutti, affidò al dr Rabitti la valutazione dei presupposti e della correttezza delle procedure, utilizzate per l’avvio della combustione dei rifiuti nell’inceneritore di Scarlino Energia.

Al termine dello studio vennero ignorate le conclusioni del dr Rabitti, tecnico di autorevolezza indiscussa nel settore ambientale, perché evidentemente contrastavano con scelte ormai decise, e fu affidato un secondo incarico ad un altro tecnico. Le conclusioni di quest’ultimo furono poi accettate “senza nei fatti effettuare una analisi critica e di confronto” come stigmatizzato nelle ben note sentenze del TAR prima e del Consiglio di Stato poi.

Il tema dell’osservatorio questa volta è diverso, ma il modo di procedere sempre lo stesso: dichiarazioni d’intenti in linea con le aspettative dei cittadini, condivisione di approccio al problema e subito dopo la concretizzazione di comportamenti che tradiscono in pieno i presupposti:

  • nella delibera per l’Osservatorio ci si richiama espressamente a convenzioni (Aarhus),  a decreti legislativi (152/2006) e a leggi regionali (25/1998) che invitano ad aprire i percorsi decisionali, in materia di scelte ambientali, alla partecipazione effettiva dei cittadini, singoli o associati. Si dice  dell’obbligo, che le istituzioni hanno, di tener conto nelle decisioni dei pareri espressi.  Si dice  che l’operato della pubblica amministrazione deve  essere improntato ai principi della precauzione e della azione preventiva. In buona sostanza che va alimentata la creazione di opportunità di partecipazione di cittadini singoli e associati a che questi possano partecipare effettivamente al processo decisionale

poi  nella stessa delibera, in concreto,  ci si propone in sintesi di:

  1. rendere pubblici i dati tecnico/scientifici riguardanti gli impianti industriali promuovendo la loro comprensione al fine di monitorare e prevenire l’impatto sull’ambiente e sulla salute
  2. osservare che la gestione degli impianti venga fatta nel rispetto della legge e si decide questa struttura:
  • che l’osservatorio sarà composto dal presidente della provincia e dai sindaci dei comuni di volta in volta interessati
  • che verrà formato un comitato tecnico formato: fino a 4 tecnici nominati dalla provincia, un tecnico dalla ASL, uno dall’ARPAT, uno da ciascun comune interessato.

Un bel team, non c’è che dire.

E  i cittadini? Come per incanto si sono volatilizzati.

Ma no, e qui è la sorpresa! Qualora il presidente della provincia o il suo delegato giudichi (lui) che forse è il caso di far partecipare un tecnico in rappresentanza di tutti i cittadini interessati, potrà richiedere, bontà sua, che si affianchi agli altri 5-8 tecnici di nomina istituzionale. Naturalmente l’osservatorio si riunisce non quando i cittadini, così pienamente coinvolti, ne ravvisassero la necessità, ma quando il Presidente o l’Assessore delegato lo decidono.

Se così stanno le cose, a meno che qualcuno ci dica, a proposito dell’aiuto alla comprensione di cui si parla al punto 1), che non abbiamo capito niente, non ci rimane che dire

no grazie.

Anzi vorremmo fare un invito al Presidente e a tutti coloro che hanno contribuito a far nascere questo nulla: che venga rifatta una nuova delibera che annulli questa di cui stiamo parlando per la semplice considerazione che quanto partorito altro non è che l’assemblaggio di competenze che già esistono ed operano, se pure staccate da quella tanto decantata partecipazione del cittadino, sugli stessi temi che dovrebbe affrontare in concreto l’Osservatorio. Forse così almeno risparmieremo delle risorse e, cosa che non guasta di questi tempi, qualche soldo, quello sì dei cittadini.

Nov 262011
 

Ieri, venerdì 25 novembre ’11 alle ore 17.30 si è tenuta, presso la Sala AUSER di Scarlino Scalo, una Assemblea Pubblica organizzata dalla nostra Associazione  sul tema:

“Fonti di inquinamento ambientale nel nostro comprensorio e loro impatto sulla salute”

All’incontro erano stati invitati, come ospiti, l’Assessore all’Ambiente della Provincia sig.ra Patrizia Siveri, il responsabile del dipartimento ARPAT di Grosseto dr. Giancarlo Sbrilli ed il sindaco di Scarlino  sig. Maurizio Bizzarri.

Il primo invito a partecipare ad una nostra assemblea risale al 30 maggio scorso.

Dopo altri ripetuti contatti finalmente eravamo riusciti ad accordarci sulla data del 25 novembre.

Purtroppo due giorni prima dell’incontro, tramite il sindaco Bizzarri ed una mail, l’assessore Siveri ci comunicava: “a causa degli avvenimenti sopraggiunti, imprevisti ed imprevedibili di questi giorni sono impossibilitata a partecipare, mio malgrado, all’incontro” rimandando il tutto  a data da destinarsi. Speravamo comunque, fino all’ultimo, nella partecipazione del Sindaco Bizzarri, sia come rappresentante degli scarlinesi sia perché avrebbe permesso la partecipazione della parte tecnica, nella persona del responsabile ARPAT di Grosseto, altrimenti non presente in assenza della parte politica.

Noi comprendiamo bene il disagio e la difficoltà che, in certe occasioni, può creare un confronto con i cittadini.

Da parte nostra però, nel colloquio con il sindaco di mercoledì 23, era stato preso l’impegno a fare in modo che, durante l’incontro, non fosse dato spazio a strumentalizzazioni  derivanti dalla complessa faccenda del pronunciamento del TAR sull’inceneritore; garantendo che l’assemblea sarebbe stata condotta in maniera urbana e, soprattutto, seguendo il programma di lavoro definito già da mesi.

Ci preme ricordare che lo spirito che anima l’Associazione è uno spirito collaborativi e costruttivo volto al raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali fra i quali:

  1. fare da tramite fra istituzioni e popolazione al fine di far conoscere e comprendere ciò che avviene in termini di gestione del territorio
  2. stimolare la partecipazione attiva dei singoli alla vita ed alle scelte della comunità.
  3. Promuovere l’acquisizione di dati sullo stato di salute della popolazione e sul livello di inquinamento del territorio  presso enti e istituzioni, sia pubbliche che private
  4. vigilare sulla attività di Enti, Soggetti ed Istituzioni attivi sul territorio affinchè operino per il bene comune, denunciando qualsiasi deviazione o inadempienza

Ieri sera più di 70 persone si sono così viste privare di una serie di informazioni tecniche e di chiarimenti da tempo auspicati.

La presenza degli amministratori avrebbe sicuramente contribuito ad arricchire un sano dibattito e scambio di opinioni che comunque vi è stato.

Ci auguriamo che la prossima volta le istituzioni abbiano più fiducia nella capacità dei loro cittadini, non solo di capire le peculiarità del momento, ma anche di saper  gestire e condurre dibattiti anche in situazioni difficili e complesse.

Per l’associazione “Lavoro, Ambiente e Salute”
Antonio Pavani

Scarlino 26.11.2011